isbn 9788810140215
prezzo copertina: 16,00 €
sconto: 5%
collana: Oggi e domani
pubblicazione: marzo 2005
ultima ristampa: 17 maggio 2010
pagine: 176
peso: 220 grammi
Ho spezzato il mio fucile
Storia di un obiettore di coscienza. Presentazione di mons. Giovanni Nervo. Nuova edizione accresciuta e aggiornata
C’è stato un tempo in cui in Italia l’obiezione di coscienza al servizio militare non era ammessa. «Il 23 dicembre 1972 un piccolo drappello di giovani idealisti usciva dalle carceri militari, dopo aver imposto, con la propria sofferta testimonianza e il sostegno solidale di chi condivideva gli stessi ideali e la stessa lotta, il diritto a servire la patria in altro modo, cioè con il servizio civile a favore delle fasce più deboli della nostra società». Nel tempo che vede la sospensione della leva obbligatoria e insieme il riaffiorare di una forte contestazione alla cultura della guerra, il volume racconta l’esperienza di un obiettore disposto a pagare di persona con la reclusione la coerenza ai propri ideali. Essa si propone quale messaggio-testimonianza ai giovani che manifestano nelle marce per la pace o nelle assemblee no-global, nonché a tutti i ragazzi e le ragazze che, in base alla nuova legge, si impegneranno volontariamente nel servizio civile nazionale.
ALBERTO TREVISAN (1947), sposato con due figli, assistente sociale, risiede a Rubano (PD). È stato obiettore di coscienza quando la legislazione italiana non prevedeva ancora questa possibilità e rifiutarsi di indossare la divisa militare era reato. È tra i fondatori dell’Associazione per la pace e fa parte del Coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento. Ha partecipato a spedizioni umanitarie in luoghi di guerra (ex Iugoslavia, Palestina). L’impegno in favore della pace ha orientato anche il suo lavoro nell’amministrazione comunale. Si interessa di problemi di bioetica e ha operato nei servizi psichiatrici e sociali.

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