In una società che ha tra le sue caratteristiche peculiari la mutazione dei linguaggi e dei loro supporti,  secolare, la formulazione tradizionale della fede cristiana risulta spesso inefficace, lasciando senza risposta le grandi domande dell’esperienza umana. I figli della tecnologia e della secolarità non abitano più i linguaggi antichi del cristianesimo, diventato per molti estraneo e pietrificato. L’autore intende farsi interlocutore degli uomini che abitano un mondo trasformato, spesso smarrito e senza radici, con i suoi enigmi e il suo mistero. Con una convinzione: ciò che chiamiamo «Parola di Dio» è una parola radicalmente umana, addirittura la più umana che possa esistere, portatrice di vita nelle nostre vicende difficili o felici. Christoph Theobald spiega le condizioni per trasmettere un Vangelo di libertà per tutti e mostra come dire oggi, nella trama delle Scritture, le sue dimensioni antropologiche e cristiane.

Christoph Theobald, gesuita, è professore di Teologia fondamentale e dogmatica al Centre Sèvres di Parigi e direttore della rivista Recherches de Science Religieuse. Numerose sue pubblicazioni sono state tradotte in Italia da EDB, tra cui: La Rivelazione (22018); Il cristianesimo come stile. Un modo di fare teologia nella postmodernità (2 volumi, 22010); Trasmettere un Vangelo di libertà (22018); L’avvenire del Concilio. Nuovi approcci al Vaticano II (2016); Spirito di santità. Genesi di una teologia sistematica (2017); Urgenze pastorali. Per una pedagogia della riforma (32019) e Il popolo ebbe sete (2021).