isbn 9788810560051
disponibile in libreria
collana: Conifere
pubblicazione: aprile 2014
pagine: 264
peso: 372 grammi
La Bibbia tradita
Sviste, malintesi ed errori di traduzione. Prefazione di Jean-Louis Ska. Postfazione di Roberto Alessandrini
La costola di Adamo e la mela di Eva. L’azzurro mare dell’Esodo che viene chiamato Rosso. Mosè raffigurato con le corna. Un ramoscello che diventa una rosa. Un cammello che passa per la cruna di un ago. La Bibbia, considerata da Claudel un «immenso vocabolario», da Blake un «grande codice dell’arte» e da Chagall un imponente «atlante iconografico», costituisce un inesauribile deposito e una riserva tematica di figure e metafore che talvolta sono il risultato di sviste e di veri e propri errori di traduzione. L’Antico Testamento ne ha conosciuti nei passaggi dall’originale ebraico al greco – lingua culturale e cultuale dell’antico Oriente – poi nel latino di Girolamo e nella lingua della cancelleria sassone di Martin Lutero. Gli esempi di traduzioni sbagliate sono innumerevoli, ma alcuni errori si sono depositati con maggiore forza e con effetti di rilievo. Alcuni, «derivanti da mancanza di conoscenza e senza alcuna conseguenza negativa, come, ad esempio, Mar Rosso, dovrebbero essere guardati a mio avviso con un sorriso di compiacenza, senza ulteriori preoccupazioni», osserva l’autore del volume. «Ben diversamente vanno invece considerati gli errori di traduzione voluti, tendenziosi, che comportano a volte cambiamenti insidiosi o calunniosi e persino veri e propri stravolgimenti del senso. In questi casi occorre urgentemente un impegno ecumenico e una tempestiva correzione».
Pinchas Lapide (1922-1997), teologo, storico delle religioni e diplomatico, è stato direttore di istituto all’Università Bar-Ilan (Israele) e visiting professor in diverse facoltà teologiche in Germania e Svizzera. Nato in Austria ed educato alla tradizione ebraica, a 15 anni fu internato in un campo di concentramento vicino al confine ceco da cui riuscì a fuggire. Dopo la guerra, in Palestina, studiò ebraismo e storia del cristianesimo con Martin Buber ed entrò nel servizio diplomatico del Ministero degli Esteri israeliano, attività che gli consentì di conoscere Pio XII, Giovanni XXIII e l’arcivescovo di Milano Giovanni Montini. Con opere, conferenze, lezioni e programmi radiofonici, ha instancabilmente promosso il dialogo ebraico-cristiano, un impegno per il quale venne insignito della Gran croce al merito di Germania dal presidente della Repubblica Federale Tedesca.

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