Ci si mette in viaggio per cercare, si cerca per trovare risposte e raggiungere una meta, anche quando non si ha idea dicosa aspettarsi una volta giunti a destinazione. Il significato del viaggio è nel fremito che lo accompagna, nelle nuove domande che sorgono lungo il percorso e che passo dopo passo costruiscono il senso dell’esistenza. Questa domanda di senso che invita irresistibilmente ad avventurarsi lungo percorsi ignoti è un’esperienza che accomuna l’umanità intera da millenni, ha spinto persone e popoli, e duemila anni fa invitò i re magi a mettersi in cammino dall’Oriente per seguire una luce di cui la loro saggezza aveva riconosciuto la verità. Accompagnando l’itinerario dei magi, le riflessioni meditate diSergio Stevan sui Vangeli della nascita di Gesù guidano ogni lettore alla scoperta dei segni della presenza di Dio, i segni della presenza dell’Amore.
Cosa accade quando un popolo, assediato dalla paura e dalla guerra, eleva a Dio una preghiera? Questo libro guida il lettore dentro tre pagine decisive della storia biblica, in cui i re di Giuda – Ezechia, Giòsafat e Asa – affrontano invasioni militari straniere non con strategie belliche, ma con l’arma potente della preghiera. Le loro parole, tramandate nei libri storici dell’Antico Testamento, sono, dalla storia della monarchia divisa in poi, le uniche preghiere esplicite dei re di Giuda durante un assalto militare: grida di fiducia che cambiano il corso degli eventi e aprono una via di pace. L’autore, con un’analisi rigorosa dei testi biblici e un attento confronto con le fonti extra-bibliche, mostra come la preghiera sia molto più di un gesto religioso: diventa strumento narrativo, svolta letteraria e chiave teologica. Nel periodo esilico – quando il tempio non esisteva più e il sacrificio era impossibile – e durante la successiva era della ricostruzione, la preghiera assume un ruolo centrale, diventando, insieme alla Torah, il cuore della fede e il luogo in cui Israele rielabora la propria identità. Il lettore scoprirà così come le suppliche dei re, nate tra assedi e minacce, abbiano forgiato la memoria d’Israele e offerto alla comunità post-esilica un modello di formazione, di speranza e comprenderà che queste antiche invocazioni parlano ancora oggi: insegnano ad affidarsi a Dio nelle crisi personali e collettive, a riscoprire la preghiera come forza capace di trasformare il cuore e gli eventi storici, di aprire sentieri di luce anche nelle notti più oscure.
In un’Europa che affronta nuove sfide economiche, ambientali e sociali, è necessario un cambio radicale di paradigma: superare la fiducia cieca nella crescita del Pil come via obbligata per ridurre la povertà ed affrontare le sfide del futuro del pianeta. Denunciando le contraddizioni di un modello che sacrifica giustizia sociale e sostenibilità ambientale sull’altare della competitività, il volume mette in discussione la narrazione dominante che lega benessere e sviluppo economico e propone la riscoperta dei valori fondativi di un’Europa sociale, e della necessità di un’autentica transizione verso un’economia giusta e realmente sostenibile, centrata sui bisogni reali e orientata alla riduzione delle disuguaglianze. A partire da una lettura della realtà radicata nella dottrina sociale della chiesa, il volume esplora le vie per una riflessione trasformativa dell’economia e invita a immaginare un’Europa capace di coniugare giustizia climatica, inclusione e diritti, in grado di sfidare il mito della crescita infinita.
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